Non è semplice schematizzare le fasi della crescita del nostro cane, poiché i fattori che la  influenzano spaziano dalla razza ( la questione si complica con i meticci!) alle condizioni  ambientali in cui vivono, alla relazione con gli altri cani e gli umani. 

Ci sono cuccioli “precoci” ed altri che invece hanno bisogno di tempi più lunghi: premesso  questo, si può a grandi linee stilare uno schema, che va considerato SOLO come  indicativo e che un bravo allevatore, il vostro veterinario di fiducia e un educatore  competente, saranno sempre le persone più adatte per suggerirvi i tempi migliori per il  vostro inimitabile amico a quattro zampe. 

cuccioli e addestramento

I TEMPI DEL CUCCIOLO 

Dalla nascita ai 15 giorni di vita – questo periodo è stato a lungo definito “fase  vegetativa”, intendendo che i cuccioli si limitavano appunto a “vegetare” senza alcuna  interazione con il mondo esterno, esclusa la madre (o meglio, le “mammelle” della madre). In questo periodo i cuccioli possiedono soltanto il senso del tatto e (forse) quello del gusto, che comunque resta poco sviluppato anche nel cane adulto: sull’olfatto non ci sono ancora certezze, è probabile che inizi a svilupparsi molto presto ma è sicuramente ancora molto  limitato, mentre udito e vista non sono ancora attivi. 

Gli studi più recenti (William Greenough) hanno invece assodato che i cuccioli stimolati  sensorialmente in questo periodo (a partire dal terzo giorno di vita) hanno addirittura la  possibilità di migliorare la propria struttura cerebrale. In base a questi studi è stato creato il programma “Bio sensor”, sviluppato anche il Italia con il nome di “Senso puppy”. Tutto  questo è molto più difficile da applicare a cani nati in condizioni non ottimali. Mi riferisco a  soggetti reduci da abbandono, cucciolate provenienti da allevamenti dell’Est o  accoppiamenti “sgraditi”, senza dimenticare le cucciolate nate da cani non fisicamente o  caratterialmente equilibrati (magari la cagnetta di proprietà con il maschio del vicino o  dell’amico: sono pratiche assolutamente da evitare) 

COSA FARE: in questo periodo (anche in precedenza, partendo dalla gestazione) si può  applicare il programma “Senso puppy”. Naturalmente la scelta dell’allevamento è, in  questa fase, fondamentale. 

CHI SE NE DEVE OCCUPARE: l’allevatore. 

Dai 15 ai 21 giorni di vita – si verifica la cosiddetta “fase di transizione”, durante la quale si aprono al mondo i due sensi rimanenti: vista e udito. Inoltre l’olfatto si affina sempre più  e permette ai cuccioli le prime interazioni con i fratellini. Anche lo sviluppo di vista e udito è progressivo: appena aprono gli occhi (intorno al quindicesimo giorno) i cuccioli in realtà  

non sono in grado di vedere quasi nulla: lo sviluppo completo della vista avviene al21  giorni. 

COSA FARE: poiché il cane è un animale ad orientamento prevalentemente olfattivo, in  questo periodo si può cercare di ampliare al massimo lo sviluppo di questo senso,  sottoponendo all’attenzione del cucciolo odori diversi e stimolanti. Più il cucciolo riuscirà  ad affinare il suo olfatto, più il suo cervello lavorerà per elaborare le informazioni e più  verrà stimolata, quindi, l’intelligenza. 

CHI SE NE DEVE OCCUPARE: l’allevatore. 

Dai 21 ai 50 gg. circa – Questo periodo, delicatissimo, è quello in cui avviene  l‘imprinting vero e proprio (quello dato dalla madre), a cui si deve assolutamente affiancare il processo di impregnazione fornito dall’uomo.

Intorno ai 35 giorni i cuccioli escono anche dalla cassa parto e cominciano ad interagire  col mondo esterno, compreso il padre, se presente (e dovrebbe SEMPRE essere 

presente, se vogliamo che i cuccioli abbiano una formazione completa). Se il padre non è  disponibile, può fare le sue veci qualsiasi maschio adulto equilibrato. 

COSA FARE: bisogna farsi vedere e soprattutto annusare, comunque conoscere dai  cuccioli, che in questo modo impareranno a considerare l’uomo come un conspecifico. L’assenza di impregnazione azzera completamente la fiducia del cane nell’uomo e quindi  la sua docilità. 

Per fortuna questo periodo coincide con quello dello svezzamento e quindi, coloro che si  occupano della cucciolata devono avere contatti con i piccoli: però un conto è fornire la ciotolina con il cibo solido e un altro è dare un’impregnazione corretta. I cuccioli devono  interagire il più possibile con gli umani, quindi essere toccati, manipolati, accarezzati, fatti  giocare e così via: è anche bene che il processo coinvolga persone diverse (per esempio  un uomo, una donna, un bambino). 

Personalmente ritengo indispensabile (e comunque è molto, ma molto utile) che i cuccioli  incontrino una figura paterna (vera o “sostitutiva” che sia) a partire dai 35-40 giorni. CHI SE NE DEVE OCCUPARE: l’allevatore e la sua famiglia.

ATTENZIONE: Per legge i cuccioli NON possono essere affidati ai nuovi proprietari prima dei 60 giorni. Diffidate di chi, opponendo molteplici motivazioni, vuole consegnare il  cucciolo prima perchè il piccolo non ha ricevuto tutti gli insegnamenti necessari dalla  madre innanzitutto, ma anche dal rapporto con i fratellini. Inoltre, proprio dai 50 ai 60 giorni si colloca il cosiddetto periodo dell’ “impronta alla paura”, durante il quale le esperienze  negative rimangono fortemente impresse nella mente del cucciolo e possono condizionare tutta la sua vita futura. 

Dai 50 giorni ai 4 mesi circa – questo è il momento più delicato della vita sociale del  cane, perché arriva la celeberrima “fase della socializzazione”. I cuccioli apprendono in  questo periodo tutte le nozioni fondamentali che stanno alla base della loro vita sociale (e  quindi anche della relazione con gli altri cani e con gli esseri umani interni ed esterni alla  propria famiglia-branco). 

COSA FARE: il cucciolo andrà “portato in società”, ovvero dovrà avere frequenti contatti  sociali con persone, cani, altri animali, insomma con tutti gli esseri viventi con i quali ci  aspettiamo che abbia un rapporto. 

CHI SE NE DEVE OCCUPARE: il processo di socializzazione deve essere iniziato  dall’allevatore e proseguirà sotto la guida del nuovo proprietario. 

All’interno di questo periodo, in pratica subito dopo l’arrivo a casa del cucciolo (dai due ai  tre mesi, se l’allevatore consegna i cuccioli in tempi corretti), si dovrà anche procedere alla sua prima educazione. 

Essa deve iniziare SUBITO, fin dal primo istante di vita con noi: e se abbiamo deciso di  frequentare un corso per cuccioli (i famosi “corsi puppy”, utilissimi anche per la stessa  socializzazione), anche il corso dovrà iniziare prima possibile, fin dai due-tre mesi. Che si frequenti o meno il corso, in questo periodo il cucciolo deve anche imparare a  giocare. Il gioco non è soltanto un’attività ludica e spontanea, ma un processo di  apprendimento attivo che va gestito, stimolato, indirizzato. I giochi dovranno essere  diversi, vari, adeguati. Da evitare assolutamente, a questa età, i salti e tutti i movimenti  troppo bruschi del collo e della colonna vertebrale. Tutti i cani possono essere iniziati al  lavoro di fiuto e con i cosiddetti giochi di “attivazione mentale”.  

CHI SE NE DEVE OCCUPARE: il proprietario, che può avvalersi dell’aiuto professionale di un educatore. 

ATTENZIONE: Bisognerà prestare attenzione ad evitare gli sforzi eccessivi, a non far loro  salire le scale, a non lasciarli giocare con cani di taglia troppo diversa (quelli piccoli e 

scattanti potrebbero invogliare il cucciolo, per imitazione, a compiere movimenti troppo  rapidi e potenzialmente molto dannosi). 

Regolamentare correttamente l’esercizio fisico migliorerà anche di molto le condizioni di  vita future dei cani affetti da displasia dell’anca o del gomito, malattie che -a parità di  gravità dal punto di vista genetico – possono andare all’asintomatico (o quasi) al  gravissimo solo a seconda di come vengono gestiti i fattori ambientali. 

cucciolone e addestramentoI TEMPI DEL CUCCIOLONE 

Dai quattro ai sei mesi – il cucciolone può fare praticamente tutto, tranne gli esercizi  fisici particolarmente impegnativi (salti, palizzate ecc.). Può iniziare a fare qualche piccolo  percorso sensoriale e propiocettivo, può migliorare le sue capacità olfattive con piste un  po’ più impegnative, può iniziare a riportare (ovviamente come esercizio basato sullo  stimolo predatorio e MAI, per nessun motivo al mondo, sull’aggressività).  Ricordiamo però che a partire dai tre mesi e mezzo il cucciolo cambia i denti: in questo  periodo avrà la bocca irritata, quindi bisogna assolutamente evitare che qualche gioco o  esercizio gli causi disagio o dolore. 

COSA FARE: Gradualità e buon senso dovranno essere le parole d’ordine: un cucciolone  di questa età equivale a un ragazzino che sta passando dall’infanzia all’adolescenza, con  tutti i problemi che questo passaggio comporta. Non si può pretendere che la sua soglia di attenzione duri molto a lungo, né che si impegni più di tanto nell’eseguire un esercizio alla  perfezione. Non bisogna cercare di bruciare le tappe, ma considerare il cane per quello  che è. 

CHI SE NE DEVE OCCUPARE: proprietario ed educatore/addestratore. 

Dai sei mesi all’anno – il cucciolone si avvia a diventare adulto, quindi si possono  aumentare progressivamente tempi e difficoltà degli esercizi, sempre per gradi e sempre  senza pretendere l’impossibile. 

In questa fase, molto utile potrebbe essere intraprendere un percorso di K9 Balance Safe  and Sound, disciplina che propone di eseguire esercizi propriocettivi che consentono di  stimolare la percezione del proprio corpo, migliorando la coordinazione del movimento, ed  aumentando la fiducia in sé stessi.

 Abbiamo ancora a che fare con un adolescente, non dimentichiamolo. In questo periodo potranno nascere i primi conflitti gerarchici all’interno della famiglia: il  cane potrebbe tentare di dare la “scalata” alle posizioni di maggior prestigio e quindi (la  cosa varia moltissimo a seconda delle razze) manifestare comportamenti che vanno dal  ribelle al decisamente aggressivo. Quasi sempre un comportamento fermo, coerente, non  nevrotico ma pacatamente fermo basta e avanza per rimettere il cane al proprio posto.  Non esitate a rivolgervi (ma sarebbe opportuno averlo già fatto) ad un esperto. (chiedete,  informatevi, sentite altri proprietari, fatevi consigliare dal vostro veterinario: il passaparola  in questi casi è l’arma migliore). 

In questo periodo i cani raggiungono anche la maturità sessuale: le femmine avranno il  primo calore, mentre i maschi, dopo aver cominciato ad alzare la zampa, cominceranno a  comportarsi esattamente come i loro corrispettivi adolescenti umani. E’ TROPPO PRESTO per pensare a farli accoppiare (decisione che comunque andrebbe sempre meditata molto  a fondo, anche quando il cane è veramente adulto e pronto per la riproduzione). La femmina non è veramente matura fino al terzo calore, mentre il maschio troppo giovane, oltre a non essere completamente formato (anche i suoi spermatozoi potrebbero  non essere ancora maturi), rischia di avere problemi caratteriali se viene fatto riprodurre  prima dei 18-20 mesi. Dipende molto anche dalle razze (quelle di piccola e piccolissima  taglia sono più precoci, le taglie giganti sono quelle a maturazione più lenta), ma in  generale i 18 mesi sono proprio il minimo per pensare ad un accoppiamento (e i due anni  sono ancora meglio).

Elena Martelli

Elena Martelli

 

Istruttrice Cinofila

Cave Canem Asd