Il cancro esprime una situazione di disturbo globale, non riconducibile ad una valutazione standard valida per tutti ed è proprio questa non precisione di dati e di risultati che è la massima espressione della sua molteplicità di aspetti.
L’incontro con il cancro è come incontrare un prisma con tantissime sfaccettature, ognuna delle quali ha la sua importanza, che viene purtroppo però persa se considerata da sola e separata da tutto il resto: in poche parole affrontare questa importante forma patologica senza considerare l’insieme globale della persona equivale ad avere meno armi per poterla vincere, e quindi avere meno speranze di uscirne presto e meglio possibile.
Lo scienziato, ben due volte premio Nobel, per la Pace e la Chimica, Linus Pauling, già trenta anni fa ripeteva che nel cancro dovevano essere usate alte dosi di Vitamina C, vitamina A ed E e purtroppo, nonostante costui lo sostenesse già moltissimi anni fa, solo recentemente il mondo medico ha iniziato ad ammettere l’utilità di questo trattamento, iniziando qualche sperimentazione.
Parlando con malati oncologici che hanno affrontato e superato la malattia ci possiamo rendere conto come il denominatore comune, indipendentemente dalla terapia seguita, sia stato il radicale ‘cambio di rotta’ della propria vita, ottenuto in modo conscio o inconscio, ma comunque ottenuto: tutte queste persone avevano cioè modificato in modo determinante le loro abitudini di vita, recependo queste trasformazioni come maturazioni positive, utili per superare condizioni di disagio vitale, precedentemente purtroppo ritenute inarrivabili e inattuabili….ma è davvero proprio cosi?
Davvero abbiamo bisogno di un evento così tragico e sconvolgente per comprendere quanto possiamo fare, ogni giorno, per non sprofondare in questa terribile condizione?
Poiché riportare una persona al proprio equilibrio vitale, riorganizzare cioè le sue energie in modo positivo, consente già di ridurre notevolmente la velocità di evoluzione di una
forma tumorale, dunque riorganizzare la propria esistenza in tal senso prima di sviluppare tale patologia, potrebbe verosimilmente diminuire la probabilità di far evolvere tale malattia?
Il mezzo più valido ad oggi, per affrontare una tale difficile battaglia, è stimolare la capacità individuale di ognuno di noi, associando contemporaneamente le terapie più idonee nel rispetto dell’individuo: spesso terapie identiche possono determinare risultati molto diversi, semplicemente in relazione alla preparazione fisica e psichica del malato alla terapia stessa.
É dunque fondamentale sapere che l’alimentazione e l’integrazione vitaminica possono apportare molti benefici alle situazioni cancerose già in atto, ma soprattutto possono fare
parte della attiva prevenzione che ogni persona può svolgere, per difendersi giorno dopo giorno.
Importante sottolineare a tal proposito come infiammazione e cancro siano fenomeni spesso connessi fra loro: da un lato il tumore scatena la risposta infiammatoria, processo fisiologico volto all’eliminazione di minacce esterne o interne, come agenti infettivi o cellule tumorali, dall’altro il contesto infiammatorio aumenta l’aggressività del tumore e la diffusione metastatica.
Modulare opportunamente l’infiammazione può contrastare lo sviluppo e la progressione di alcuni tipi di cancro.
Alcuni studi sperimentali in atto stanno testando molecole dotate di attività anti-infiammatoria, le resolvine, già utilizzate in alcuni innovativi integratori per il controllo dell’infiammazione in vari livelli dell’organismo con ottimi risultati, confermati da numerosi studi scientifici, su modelli di tumori causati da HPV, con lo scopo di verificarne l’efficacia per contrastare tumori di origine virale.
La ricerca ci supporta sperimentando nuove frontiere, ma il passo più grande tocca a noi farlo, ogni giorno, in ogni circostanza della nostra quotidianità, con scelte consapevoli e responsabili.
Dott.ssa Elisa Vaiani
Dottore in farmacia
Titolare della farmacia