Con il termine “food sensitivity” si intende ipersensibilità alimentare, argomento decisamente attuale, al centro di numerosi dibattiti degli ultimi 10/12 anni, e legato in modo indissolubile all’infiammazione da cibo.

Volendo utilizzare un termine prettamente italiano possiamo semplicemente parlare di allergie ritardate, oggi più specificatamente inserite nella cosiddetta definizione di “infiammazione da cibo”.

Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza a tal proposito.

Le allergie si dividono in due categorie:

  • le immediate
  • e le ritardate

Le prime sono dovute al fatto che una persona, già sensibilizzata verso un determinato cibo o polline, produce anticorpi specifici verso quella particolare sostanza. Questi anticorpi chiamati immunoglobuline di tipo E o IgE,  nell’incontro con l’allergene, provocano il rilascio  di Istamina ed altri mediatori specifici, che hanno il compito ben preciso di espellere questo elemento ritenuto pericoloso per la salute.

Da qui le risposte allergiche immediate sono quelle caratterizzate da asma, edema, dermatite, gonfiore, starnuto, prurito o peggio ancora da reazione anafilattica. Volendo fare un pratico esempio, possiamo citare la fragola che ad alcune persone, appena ingerita, causa l’insorgere di numerosi puntini rossi sul viso, oppure, la mandorla che può provocare, a chi ne è allergico, gonfiore dei tessuti della gola fino al soffocamento per shock anafilattico. Queste allergie non sono reversibili e la miglior difesa è la sola attenzione agli ingredienti che possiamo andare ad ingerire.

Le seconde invece, dette “ritardate” o “sensitivities”, non originano da reazioni mediate da Istamina, ma da altri elementi del Sistema Immunitario che possono non avere effetto immediato sull’organismo, come svela il nome stesso, ma basarsi su modalità più complesse, di accumulo e tolleranza.

Tali allergie sono strettamente correlate all’infiammazione da cibo e sono legate al nostro stile alimentare.

Capiamo prima cosa sia l’infiammazione.

Con questo termine si intende sempre un “meccanismo di difesa” che il nostro organismo mette in atto con l’obiettivo finale di eliminare la causa iniziale di danno cellulare o tissutale ed avviare contestualmente il processo riparativo.

Non è, dunque, da considerare che l’infiammazione sia sempre un qualcosa da combattere con quante più armi abbiamo in possesso, piuttosto dobbiamo distinguerla in due tipologie, una “sana”, difensiva, localizzata e di breve durata, ed un’altra invece più pericolosa e subdola, “cronica”, e spesso diffusa.

Quella “sana” e’ un fenomeno localizzato e limitato nel tempo, con scopo correttivo, che serve per accelerare la guarigione in quella zona, i cui segni distintivi sono i classici Rubor, Calor, Tumor, Dolor e Functio laesa.

La seconda invece, la “cronica diffusa” si deve ad esposizione ripetuta ad inquinanti, tossine, veleni o all’assunzione continua e ripetuta di cibi sempre uguali, conservati e raffinati che presentano gli stessi allergeni.

Tutto questo puo’ determinare, infatti, l’insorgenza di sintomi sovrapponibili ai classici sintomi allergici, e rappresenta un forte segnale di disturbo del sistema immunitario che si trova in uno stato di perenne allarme e attivazione.

L’infiammazione cronica legata alle sensibilità cibo-mediate è motivo di:

  • blocco metabolico e rallentamento del dimagrimento
  • eccesso di ritenzione idrica
  • patologie autoimmuni
  • diabete, cancro, demenza senile

Risulta quindi intuitivo che proteggere il nostro sistema immunitario da super stimoli immunologici possa consentirci di prevenire molti disturbi, dai più lievi ai più gravi.

Per fare ciò dobbiamo mettere in atto, ogni giorno, delle sane abitudini di vita, senza limitarle ad una breve e piccola parentesi, come spesso gran parte di noi approccia allo stile dietetico in vista della prova costume, senza pensare al solo fattore estetico e non limitandoci allo stile alimentare.

Dobbiamo sicuramente iniziare da una sana alimentazione, variata, con la costante ricerca dei cibi veri, scelti e preparati in modo da non perderne le qualità nutrizionali primitive (ad esempio con cotture brevi e/o basse temperature).

E’ poi importante proseguire il nostro percorso dedicando del tempo all’ attività fisica, ponderandola sul proprio fisico, sulla propria età, e sul nostro stato di salute.

 

Infine, dobbiamo cercare di eliminare le numerose cause di infiammazione cronica come il fumo, il consumo di alcool, l’eccessivo stress emotivo, l’eccessiva esposizione ai raggi solari con conseguente incremento dei radicali liberi, e l’uso di una ponderata integrazione per ritrovare il corretto equilibrio del nostro organismo.

Piccoli ma grandi accorgimenti, portati avanti tutti insieme in modo costante, ci permetteranno di vivere più a lungo ma soprattutto più in salute.

Ognuno, in rispetto della propria individualità, dovrà trovare il proprio equilibrio, magari, anche con una bella fuga dalla città o dal lavoro verso un verde bosco o una spiaggia ariosa, per far bene non soltanto al nostro corpo ma anche e soprattutto alla nostra psiche.

Dott.ssa Elisa Vaiani